Igiene orale e prevenzione della mucosite

Sintesi delle linee guida nazionali del Ministero della Salute per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età adulta - Aggiornamento anno 2015

Per la prevenzione delle patologie orali bisogna curare l'igiene orale e l’alimentazione (bassi consumi di zuccheri, alto consumo di frutta e verdura), seguire programmi di screening per la diagnosi precoce delle patologie e intervenire sui fattori di rischio.

La bio-pellicola è rappresentata da una comunità microbica complessa, adesa alla superficie del dente, nota anche come placca dentale o placca batterica. Numerosi esperimenti hanno dimostrato che l’accumulo di batteri sui denti porta a una distruzione dei tessuti dentali e che la regolare rimozione quotidiana della placca previene le malattie dentali.

Un adeguato spazzolamento manuale delle superfici dentali permette la rimozione del 78% della placca dentale. Tale dato non viene modificato dalla forza esercitata che, al contrario, se eccessiva, potrebbe determinare l’usura dei tessuti duri dentali per erosione e abrasione. Gli spazzolini elettrici, a testina tonda e movimento oscillante, se utilizzati con metodica corretta, possono rimuovere la placca più efficacemente degli spazzolini manuali e senza particolari effetti avversi.

Numerosi studi clinici hanno evidenziato come, in età adulta, l’utilizzo di paste dentifricie fluorate comporta una sensibile riduzione della formazione di nuove carie.

Restauri conservativi

I restauri conservativi di denti cariati non “curano” la carie. Il processo di carie necessita di essere gestito, insieme al paziente, lungo tutto il percorso della vita, con il controllo dei fattori eziologici.

La longevità dei restauri conservativi è mediamente inferiore ai 10 anni. La loro sostituzione comporta restauri più estesi con progressivo indebolimento delle strutture dentarie e con maggior rischio di perdita dell’elemento dentario.

Malattie parodontali

Le malattie parodontali sono patologie dell’apparato di supporto del dente caratterizzate da infiammazione che può limitarsi alla parte marginale gengivale o progredire con formazione di tasche parodontali, mobilità dentaria, determinando, negli stadi più avanzati, la perdita degli elementi dentari.

La colonizzazione delle superfici dentali da parte dei batteri è riconosciuta come il fattore eziologico principale per lo sviluppo delle malattie parodontali. Diversi studi longitudinali confermano che il fumo è il primo fattore di rischio ambientale per le malattie parodontali.

La parodontite si manifesta con perdita di attacco parodontale; radiograficamente si può evidenziare una perdita di osso di supporto e clinicamente la formazione di una tasca parodontale. La parodontite è sempre preceduta dalla gengivite; la prevenzione della gengivite, pertanto, consente un’efficace opera di prevenzione della parodontite.

La gengivite è una patologia infiammatoria della gengiva; si manifesta con sanguinamento al sondaggio marginale e /o spontaneo e assenza di perdita di attacco parodontale; può dare ipertrofia gengivale. È causata da infezione batterica che interagisce con la suscettibilità dell’ospite, fattori ambientali e comportamentali. La gengivite, se trattata, è reversibile.

L’uso del filo interdentale diminuisce la presenza di gengivite rispetto al solo uso dello spazzolino e così l’uso dello scovolino interdentale. Non esiste sufficiente evidenza per valutare in maniera comparativa la maggiore efficacia o meno derivante dall’utilizzo del filo rispetto allo scovolino.

Xerostomia

Nell’ambito dei fattori di rischio locale per la perdita di denti in età matura va annoverata anche la situazione di iposcialia/xerostomia ricorrente con una certa frequenza nel paziente geriatrico. Bassi livelli di secrezione salivare si traducono in un ambiente orale più acido, con una minor capacità tampone, che contribuisce a predisporre all’insorgenza di carie. Molti farmaci in uso in età avanzata (antipsicotici, antidepressivi, sedativi, diuretici, anti-Parkinson, anti-ipertensivi) possono avere come effetto collaterale la riduzione della secrezione salivare, così come malattie specifiche (S. Sjogren, m. autommuni, m. Alzheimer) e l’irradiazione cervicofacciale.

Fonte: Ministero della Salute