Le terapie non chirurgiche utilizzate per il trattamento dei tumori maligni, quali la chemioterapia, la radioterapia o la combinazione di entrambe sono sempre più diffuse ed efficaci, ma sono associate a effetti avversi a breve e lungo termine. Tra questi vi sono le complicanze orali, acute e/o croniche.
Lo scopo di queste raccomandazioni è quello di fornire indicazioni basate su prove scientifiche per l'implementazione di percorsi clinico-assistenziali adeguati per la prevenzione e la cura delle complicanze orali nei pazienti affetti da tumori maligni che vengono trattati con terapie oncologiche.
Un ruolo fondamentale ha l'adozione di un protocollo adeguato e corretto con opportuni percorsi, tecniche e modalità di igiene dentale professionale con l'obiettivo di ridurre al minimo la presenza di agenti e fattori irritanti locali orali prima dell'inizio delle fasi della terapia oncologica.
Complicanze orali delle terapie oncologiche
Le terapie non chirurgiche del cancro come le chemioterapie e le radioterapie sono sempre più efficaci e vengono utilizzate:
- per la cura primaria del tumore
- nella terapia associata di completamento all’intervento chirurgico
- come trattamento palliativo per il prolungamento della sopravvivenza dei pazienti.
Poichè gli agenti chemioterapici sono tra i farmaci a più basso indice terapeutico e la radioterapia può determinare la distruzione non solo del tessuto neoplastico, ma anche dei tessuti compresi nell'area irradiata, questi trattamenti possono causare effetti collaterali gravi, a breve e a lungo termine, che interessano diversi distretti, incluso il cavo orale.
Le conseguenze negative per il cavo orale delle cure oncologiche sono diverse, e possono compromettere in modo rilevante la salute, il benessere e l'esito delle terapie durante la fase di cura. Alcuni effetti negativi possono essere persistenti e compromettere le funzioni orali e la qualità della vita al termine delle cure antitumorali.
L’incidenza dei problemi orali è molto variabile: dal 30 al 100% dei pazienti oncologici possono soffrire di complicazioni orali con implicazioni rilevanti per la sopravvivenza e il benessere durante e dopo la terapia. La loro comparsa richiede frequentemente terapia di supporto e può, nei casi più gravi, compromettere o ostacolare la terapia.
Il trapianto di midollo associato a chemioterapia con o senza irradiazione total-body è un’ ulteriore e rilevante causa di effetti avversi e negativi per il cavo orale.
Radioterapia
La radioterapia è una modalità terapeutica richiesta da circa il 60% dei pazienti oncologici e basata sull’uso di radiazioni ionizzanti e sul loro effetto sui tessuti biologici. Viene somministrata una precisa dose di radiazione, in base al tipo di tessuto “bersaglio”, al suo grado di assorbimento e alla localizzazione del tumore, prospettando di ottenere l’eradicazione del tumore, o, in alternativa, il miglioramento della qualità della vita e il prolungamento della sopravvivenza dell’individuo, con il minor danno possibile ai tessuti normali circostanti.
Gli effetti collaterali negativi delle radiazioni sul cavo orale sono:
- immediati, quali xerostomia, mucosite, infezioni batteriche, disgeusia e disfagia
- tardivi come iposcialia, processi cariosi, fragilità della mucosa, infezioni, trisma, fibrosi muscolare, diminuzione della vascolarizzazione, necrosi dei tessuti molli, osteoradionecrosi e malformazioni dentali e facciali.
Chemioterapia
La chemioterapia è la terapia di scelta per curare i tumori con diffusione metastatica. Viene utilizzata anche per il trattamento della malattia locale in associazione alla chirurgia e alla radioterapia, come chemioterapia primaria e adiuvante.
I principali effetti avversi orali delle cure anticancro sono le mucositi, le modificazioni del gusto, la secchezza orale, la disfagia, le infezioni opportunistiche e le conseguenze a lungo termine come l'osteonecrosi dei mascellari da radiazioni o da farmaci, le compromissioni dentali e parodontali. Questi eventi provocano in misura maggiore o minore la compromissione delle funzioni orali di deglutizione, masticazione e fonazione.
Mucositi orali
La mucosite è il danno delle barriere mucose associato alle terapie non chirurgiche del cancro e può interessare la mucosa di rivestimento del tratto gastrointestinale e delle vie aeree superiori. La mucosite orale è una delle complicanze più frequenti e potenzialmente più severe associate al trattamento radio-chemioterapico.
- Più del 40% dei pazienti sottoposti a chemioterapia a dosi standard e circa il 75% dei pazienti che ricevono chemioterapia ad alte dosi sviluppa una mucosite orale.
- Nei pazienti sottoposti a radioterapia del distretto testa-collo, della zona pelvica o addominale o quelli sottoposti a chemioterapia o chemioradioterapia mieloablativa ad alta dose precedentemente ad un trapianto di cellule staminali ematopoietiche, la prevalenza della mucosite orale è del 90 - 100%.
L’estensione e la gravità della mucosite dipende non solo dallo specifico protocollo terapeutico, ma anche da fattori individuali quali età, sesso, razza, compromissione sistemica, igiene orale, caratteristiche dell’epitelio, stato nutrizionale, tipo di neoplasia, secchezza orale farmaco-indotta, precedenti danni alla cavità orale, scarsa igiene orale, tabagismo e predisposizione genetica.
Nella mucosite radio-indotta, i fattori di rischio dipendono dalla dose, dal frazionamento, dal sito della radioterapia, dalla combinazione con chemioterapia ed eventuali regimi di condizionamento nei candidati al trapianto. Sono richieste da 3 a 6 settimane dopo il completamento della radioterapia per la guarigione dei tessuti orali.
La mucosite radio-indotta interessa i tessuti limitati al settore esposto, tra palato duro e gengiva e si manifesta con eritema o alterazioni bianche delle mucose. Il quadro di mucosite cronica si verifica raramente dopo la radioterapia.
Nella mucosite indotta da chemioterapia il segno clinico precoce è l’eritema: può verificarsi in qualsiasi regione della bocca, ma spesso è localizzato in aree non cheratinizzate, come le superfici interne delle guance e labbra, il palato molle, la superficie laterale e inferiore della lingua e il pavimento della bocca.
Agenti chemioterapici come il metotrexate, fluorouracile (5-FU) ed etoposide sono particolarmente stomatotossici.
La mucosite orale diventa clinicamente evidente dopo 4-5 giorni dall’infusione del chemioterapico e generalmente ha un picco 7-14 giorni dopo, con la manifestazione di lesioni ulcerative. Si risolve spontaneamente entro tre settimane dalla fine della chemioterapia.
Spesso non è limitata a tale periodo, ma può diventare una patologia più duratura con effetti devastanti sul recupero del paziente e tali da ostacolare il completo benessere per anni. Inoltre, è possibile la comparsa di ulcere e pseudo membrane che impediscono la normale deglutizione.
Fonte: Ministero della Salute